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Viaggi

Bulgaria in Camper: il Nord autentico tra storia e spiritualità

Cartello di confine Bulgaria con scritta in cirillico e traffico di auto e camion al valico di frontiera

Negli articoli precedenti (Romania parte 1 e parte 2) abbiamo raccontato l’inizio del nostro itinerario attraverso l’Europa dell’Est in camper, dalle città ricche di fascino come Timișoara e Sighișoara, fino alla spettacolare Transfăgărășan. Ora inizia la parte bulgara del nostro tour in camper, con la Bulgaria in camper che ci accoglie con la promessa di nuove scoperte.

Attraversare il maestoso Danubio in camper sul Ponte dell’Amicizia tra Romania e Bulgaria è stato proprio questo: un passaggio di soglia, simbolico prima ancora che geografico. Come se, lasciandoci alle spalle le certezze e le abitudini maturate nei giorni precedenti, ci preparassimo ad accogliere un ritmo completamente nuovo.

La Bulgaria ci ha aperto le porte senza clamore, con discrezione, quasi in punta di piedi. Le case basse dai tetti spioventi, i cartelli stradali che svelavano il loro alfabeto cirillico, le prime dolci curve sulle colline: tutto ci è apparso familiare e allo stesso tempo intensamente distante. Un paesaggio meno levigato e turistico rispetto a quello appena lasciato, ma profondamente genuino, intriso di una quiete diversa. Una suggestione che non urla, che non si mette in posa. Qui non troverete scorci perfetti o angoli “instagrammabili” nel senso più comune del termine — anche se, sia chiaro, ci fermeremmo a fotografare ogni chilometro se solo potessimo. Ma il paesaggio bulgaro ti chiede altro: ti chiede di rallentare, osservare, lasciarti andare. Non tutto può essere catturato in uno scatto. Alcune cose, semplicemente, vanno vissute, respirate.

Veliko Tarnovo: dove la storia si illumina al tramonto

Strada acciottolata con botteghe tradizionali a Veliko Tarnovo, Bulgaria, nel quartiere storico Samovodska Charshia.
Centro storico Veliko Tarnovo

Dopo l’ingresso in Bulgaria, la nostra prima tappa di questo viaggio in camper in Bulgaria ci ha portati a Veliko Tarnovo, l’antica capitale medievale che ci ha accolti con la sua maestosità arroccata sui rilievi verdi del centro-nord del paese. Arrivando in camper al calare del sole, abbiamo scelto una sosta panoramica proprio sotto il Monumento ai Quattro Zar, trovando posto in un’area che domina l’intero borgo.

Il monumento – dedicato a Asen, Petar, Kaloyan e Ivan Asen II, sovrani del Secondo Impero Bulgaro – svettava contro il cielo scuro come una sentinella silenziosa della storia. E intorno, seguendo l’ansa sinuosa e quasi invisibile del fiume Yantra, le luci delle case si accendevano a cascata lungo i pendii, delineando il profilo del borgo. La città sembrava un presepe, immobile nella sua straordinaria armonia.

È stato un piccolo colpo di fulmine, di quelli che non dimentichi facilmente.

Il quartiere artigiano di Samovodska Charshia

Veliko Tarnovo non è una di quelle mete piene di angoli da fotografare a tutti i cosi, ma una di quelle perle che non urlano: si lasciano scoprire, camminando piano. E infatti, il mattino seguente, ci siamo incamminati a piedi attraversando il Ponte Stambolov, sospeso sul fiume e con vista mozzafiato, che collega la collina del monumento al cuore vivo della città.

Abbiamo passeggiato nel quartiere Samovodska Charshia, un tempo centro artigiano e oggi custode di botteghe tradizionali, insegne di legno, portoni consumati e mestieri antichi come quelli di fabbri, ceramisti e tessitori.

Qui abbiamo trovato anche alcuni murales inaspettati, in certi casi dallo stile brutale e quasi disturbante, come fantasmi usciti da un passato sovietico reinventato in chiave artistica. Un contrasto forte e quasi spiazzante, ma che si inserisce perfettamente nella narrativa di Veliko Tarnovo: una città sospesa tra la gloria antica e una modernità ruvida che non ha paura di mostrare le sue cicatrici e la sua creatività.

La Fortezza di Tsarevets: panorami mozzafiato

Sulla cima della collina opposta svetta la Fortezza di Tsarevets, l’antica cittadella reale con le sue mura imponenti e la chiesa sulla sommità. Anche senza entrare, il panorama ripaga già da solo lo sforzo della salita. Per chi viaggia in estate o nei periodi giusti, la fortezza ospita uno spettacolo serale di luci e suoni, che rievoca la grandezza della Bulgaria medievale (maggiori info su Atlas Obscura).

Camminando per le strade in salita e discesa di Veliko Tarnovo si percepisce un ritmo diverso, più lento, più umano.

Non è una città che si concede in un colpo d’occhio: bisogna esplorarla, sbirciare nei vicoli, affacciarsi dai belvedere, ascoltare i suoni ovattati dei cortili interni. Ed è proprio questo il tipo di scoperta che amiamo nei viaggi in camper: la possibilità di fermarsi dove il cuore dice “resta ancora un po’”, e lasciarsi sorprendere da luoghi che non erano nei piani, ma che finiscono per restare nella memoria.

INFORMAZIONI UTILI

Parcheggio e sosta notturna nei pressi del monumento dedicato ad Asen. Molto comodo per visitare il centro e tranquillo per la notte.

Lovech: il ponte coperto e la calma delle case bulgare

Il cuore storico di Lovech, con le sue case tradizionali a picco sul fiume e il suggestivo Ponte Coperto in legno: uno dei più affascinanti della Bulgaria.

Case colorate e Ponte Coperto sul fiume Osam a Lovech, in Bulgaria, sotto un cielo nuvoloso.
Il cuore storico di Lovech, con le sue case tradizionali a picco sul fiume e il suggestivo Ponte Coperto in legno: uno dei più affascinanti della Bulgaria.

Lovech è stata per noi una tappa intermedia tra Veliko Tarnovo e Kazanlâk, ma non una qualsiasi. L’idea di ammirare l’unico ponte coperto rimasto in Bulgaria ci ha catturati quasi d’istinto, richiamandoci verso questa città che, con la sua discreta eleganza, vive un po’ defilata dalle rotte più battute.

Ci siamo arrivati in serata, sostando in un comodo e tranquillo parcheggio nei pressi del ponte, e dopo una cena in camper siamo usciti a passeggiare, immersi nella quiete e nelle luci soffuse del centro.

Il Ponte Coperto di Lovech, più volte ricostruito ma originariamente progettato nel XIX secolo dal celebre architetto bulgaro Kolyu Ficheto – genio autodidatta che ha lasciato un’impronta indelebile nell’architettura del paese – si presenta con la sua struttura in legno e un fascino fuori dal tempo.

Oggi ospita piccole botteghe d’artigianato e negozietti che animano dolcemente il passaggio, e il profumo del legno antico si mescola all’aria fresca. Le sue luci soffuse, delicate come una carezza, si riflettono tremolanti nel fiume Osăm, rendendo la passeggiata notturna un momento davvero magico.

Passeggiata nel centro storico e la Cattedrale

Il giorno seguente ci siamo concessi un breve giro nel centro storico, camminando lungo il viale principale e lasciandoci guidare dai ritmi lenti di una Bulgaria genuina e discreta. Tra insegne d’epoca, architetture semplici che sembrano aver assorbito secoli di storia e piccoli dettagli d’altri tempi, abbiamo deciso di entrare nella Cattedrale della Santa Madre di Dio, la più imponente della città. Al suo interno, l’atmosfera era raccolta e solenne, un invito alla contemplazione, lontano da ogni traccia di turismo di massa.

Il Monumento a Vasil Levski: una vista mozzafiato

Per chi volesse approfittare della sosta per un’escursione fuori dagli schemi, può recarsi sulla vicina collina di Stratesh, dove parte un percorso comprensivo di 265 gradini che conduce al Monumento a Vasil Levski, eroe nazionale bulgaro e figura simbolo della lotta per l’indipendenza dall’Impero Ottomano. Da lassù si gode di un panorama mozzafiato sulla città e sul fiume, perfetto per chi cerca una prospettiva diversa, tanto geografica quanto emozionale.

INFORMAZIONI UTILI

Parcheggio e sosta notturna nei pressi del ponte di legno a due passi dal centro.

Buzludzha: l’UFO che domina le montagne

Camper Adria in sosta panoramica davanti al monumento Buzludzha in Bulgaria, con cielo al tramonto
Il nostro camper Adria davanti al monumento Buzludzha, icona dell’architettura socialista in Bulgaria.

Dopo la sosta a Lovech, abbiamo scelto di non percorrere la strada più diretta per Kazanlâk. Abbiamo preferito deviare tra le montagne, su un itinerario secondario che ci avrebbe condotti verso una delle tappe più iconiche del nostro viaggio in camper in Bulgaria: il monumento di Buzludzha.

La salita panoramica tra le montagne

Non è solo una meta curiosa, è un vero simbolo. Questo gigantesco edificio abbandonato, sospeso sul crinale del monte Buzludzha, viene soprannominato “l’UFO della Bulgaria” per via della sua forma futuristica e alienante. Costruito negli anni ’70 come Casa Monumentale del Partito Comunista Bulgaro (fonte: Atlas Obscura), destinata a celebrare la nascita del movimento socialista e le sue figure più importanti. Concepito come un tempio della propaganda, oggi ne resta solo il guscio: un’immensa struttura brutalista in cemento armato, scavata dal tempo e dalla storia.

Ci si arriva affrontando una salita panoramica, tra tornanti e distese verdi. Anche se non è più visitabile all’interno, il colpo d’occhio è memorabile. Quel disco di cemento, con la sua torre affiancata da una stella rossa ormai sbiadita, domina l’orizzonte e trasmette un senso di forza e decadenza insieme. È uno di quei luoghi che sembrano usciti da un film post-apocalittico, eppure è reale — e silenziosamente eloquente.

Curiosità: all’ingresso del monumento, scolpiti in cirillico sulle pareti di cemento, si leggono ancora i primi versi dell’Internazionale Socialista, l’inno simbolo del comunismo internazionale. Parole ormai consunte dal tempo ma ancora leggibili, che recitano: “Proletari di tutti i paesi, unitevi!” Una testimonianza tangibile di un’ideologia che oggi sopravvive solo nei ruderi di questo tempio abbandonato.

Lungo la salita, su uno dei tornanti poco prima della vetta, consigliamo di fermarsi anche al Monumento del Pugno di Ferro (Паметник “Железен юмрук”). Due enormi pugni stringono torce stilizzate in pietra, simbolo della lotta partigiana durante l’occupazione ottomana e poi nazifascista. Un memoriale potente, che ben si inserisce in questo paesaggio carico di storia e ideologia.

INFORMAZIONI UTILI

Nei pressi del monumento ci sono molti spot comodi e tranquilli dove sostare, tuttavia consigliamo di visitare il posto come punto intermedio per ottimizzare i tempi del viaggio nel caso in cui non si abbiano molti giorni a disposizione.

Kazanlâk: tra antiche tombe e profumo di rose

Lampione artistico con piccolo sassofono a Kazanlak illuminato di notte, Bulgaria
Uno dei caratteristici lampioni con sassofono nel centro di Kazanlak, fotografato di notte.

Kazanlâk è una di quelle tappe che si svelano lentamente. Ci siamo arrivati in giornata, sostando con il camper nei pressi della famosa Tomba Tracia. Una posizione tranquilla, ideale per passare la notte e iniziare la visita la mattina seguente con calma e senza fretta. Dopo una cena veloce a bordo, abbiamo approfittato del pomeriggio per esplorare il centro città, raggiungendo il Parco delle Rose. Una passeggiata piacevole tra sentieri curati e zone verdi, dove ci ha sorpreso un dettaglio inaspettato: alcuni lampioni dalle forme ispirate a strumenti musicali, come usciti da una piccola orchestra silenziosa allineata tra gli alberi. Un esempio di come un viaggio lento riesca a restituire piccole sorprese che sfuggirebbero a uno sguardo più frettoloso.

La Tomba Tracia: un tuffo nella storia

Il mattino seguente abbiamo finalmente visitato la celebre Tomba Tracia. Va detto che ciò che si può ammirare è una fedele riproduzione: l’originale, per motivi conservativi, è chiusa al pubblico. L’esperienza è comunque interessante e ben curata, con spiegazioni dettagliate e una ricostruzione che consente di apprezzare lo stile e la simbologia della cultura trace. Certo, per chi come noi è abituato a convivere quotidianamente con testimonianze archeologiche originali, la consapevolezza di trovarsi in una replica può smorzare in parte l’emozione. Ma resta una visita utile e istruttiva, soprattutto per chi vuole comprendere la profondità storica di questa regione.

Dopo la visita alla tomba, ci siamo immersi di nuovo nella città, questa volta con più tempo a disposizione. Abbiamo visitato il Museo delle Rose, che racconta con cura e passione la lunga tradizione della coltivazione della rosa damascena, fiore simbolo di questa terra. A settembre, naturalmente, i campi erano ormai spogli, ma la cultura della rosa è presente ovunque, nei profumi, nelle insegne, nei negozi. Un viaggio in camper in Bulgaria non può non passare da qui!

Rosa Damascena lilla in fiore al Rosarium di Kazanlak in Bulgaria, con altre rose sullo sfondo
Una Rosa Damascena in fiore nel Rosarium di Kazanlak, nel cuore della Valle delle Rose bulgara.

Non poteva mancare una tappa in uno di questi negozi specializzati, dove si trova di tutto: dai preziosi oli essenziali puri (per cui servono migliaia di petali per una singola boccetta) a creme, saponi e profumi dal fascino orientale. I prezzi possono essere molto alti, specie per i prodotti puri e artigianali. Ma se si vuole portare a casa un ricordo profumato senza spendere una fortuna, basta un po’ di attenzione: anche nei supermercati locali si trovano ottimi prodotti genuini, realizzati in zona e perfetti per un regalo o per tenere un po’ di Bulgaria nel cassetto dei ricordi.

Una cena bulgara da ricordare

La sera ci siamo concessi una cena al ristorante tipico “Magnolia“, un locale semplice ma curato, dove il menù mescolava cucina tradizionale bulgara e qualche influenza europea.

Qui la cucina bulgara si serve fumante e profumata, senza fronzoli ma con tanta sostanza. Abbiamo provato la Kavarma di Kazanlăk, uno stufato tradizionale cotto in terracotta, ricco di carne e verdure dal sapore intenso, e il Sach combinato, servito su una piastra di ghisa rovente con un mix di carni e ortaggi che sfrigolavano fino all’ultimo boccone. A fare da compagna perfetta, la purlenka, la tipica focaccia bulgara morbida e leggermente aromatizzata, che qui usano per raccogliere ogni sugo e ogni sapore dal piatto. Una tappa semplice, genuina e indimenticabile. Alla fine, compreso bibite, il conto è stato di circa 24 euro per una cena davvero eccezionale!

Abbiamo dormito una seconda notte in città, cullati da una pace discreta e soddisfatti da una tappa che ha saputo raccontarci molto più di quanto ci aspettassimo.

Il mattino seguente, prima di rimetterci in marcia, abbiamo fatto un’ultima passeggiata tra le vie ancora semiaddormentate, quasi a voler prolungare quel senso di calma che Kazanlâk ci aveva regalato. Poi, con il profumo delle rose ancora nelle narici e qualche piccolo acquisto riposto con cura nei pensili del camper, abbiamo ripreso il nostro viaggio verso la capitale, sostando però poco fuori città dove abbiamo trovato una bellissima area camper utile per riordinarci e per rilassarci un po’.

INFORMAZIONI UTILI

Rose Valley Camping Kalvacha
Rose Valley Camping Kalvacha

Una grande area di parcheggio è disponibile nei pressi della Tomba Tracia, ottima per la notte e dotata anche di un WC “abbastanza” pulito. Non è neanche molto distante dal centro, raggiungibile con una piacevole passeggiata lungo gli alberati viali della cittadina.

Abbiamo pernottato l’ultima notte in un’altra area camper molto bella, che consigliamo vivamente: Rose Valley Camping Kalvacha dove abbiamo potuto godere di una lavatrice per fare il bucato e docce comode e pulite.

La Bulgaria in camper: prime impressioni!

Questa prima parte del nostro viaggio in camper in Bulgaria ci ha regalato tutto quello che cercavamo: autenticità, ritmi lenti, scoperte inaspettate.

Dal fascino medievale di Veliko Tarnovo alla quiete di Lovech, dal simbolismo potente di Buzludzha alla tradizione floreale di Kazanlâk, abbiamo assaporato una Bulgaria genuina, lontana dalle folle e vicina al cuore.

Ma il nostro itinerario in camper attraverso la Bulgaria non finisce qui. Ci aspettano ancora la capitale Sofia con i suoi contrasti affascinanti, e il gran finale tra le rocce aliene di Belogradchik che si rivelerà l’apoteosi di tutto il viaggio.

Continuate a seguirci nella seconda parte di questa avventura bulgara, dove vi racconteremo il volto più cosmopolita e spettacolare del paese!


Prossimamente: Bulgaria Parte 2 – Sofia e il Gran Finale tra Rocce Aliene

(Se te li fossi persi, qui trovi gli articoli sul viaggio in camper in Romania, parte 1 e parte 2)

Grazie per aver viaggiato con Carruca Dormitoria: l’avventura continua!

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