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Viaggi

Romania in Camper: dalla Transilvania di Dracula alla Capitale

Transfăgărășan

Se nell’articolo precedente vi abbiamo portato a scoprire l’eleganza di Timișoara e la magia senza tempo di Sighișoara, oggi il nostro viaggio in Romania in camper prosegue puntando dritto verso il cuore selvaggio dei Carpazi.

In questa seconda e ultima puntata dedicata alla Romania, vi porteremo lungo la leggendaria Transfăgărășan, una delle strade più spettacolari al mondo, faremo una breve ma significativa sosta ai piedi del Castello di Bran (e vi racconteremo perché abbiamo deciso di non visitarlo!), per poi immergerci nell’atmosfera alpina di Brașov e chiudere la nostra esplorazione rumena nella maestosa Bucarest, la capitale dai mille contrasti.

Preparatevi a panorami mozzafiato, incontri inaspettati e un’immersione profonda nella storia e nella vitalità di un paese che non smette di sorprendere.

Cârța e Transfăgărășan: tra abbazie e strade leggendarie

Ci lasciamo alle spalle le atmosfere fiabesche di Sighișoara per puntare il muso del camper verso sud, diretti nel cuore dei Carpazi. Il paesaggio cambia: le colline si trasformano in montagne, il verde si fa più cupo, i villaggi più rari. Lungo il tragitto, sfioriamo con lo sguardo l’antica Abbazia cistercense di Cârța: i suoi ruderi, illuminati dalla luce del mattino, sembrano galleggiare nella quiete dei campi, sussurrando storie di un’epoca antica fatta di preghiera e pietra. Una sosta breve ma suggestiva, che apre idealmente il passaggio verso qualcosa di molto diverso.

Transfăgărășan
Transfăgărășan

E quel qualcosa è la Transfăgărășan: la strada più alta della Romania, considerata una tra le più spettacolari del mondo (e lo confermiamo!). Costruita tra il 1970 e il 1974 su ordine del dittatore Ceaușescu come via di fuga strategica attraverso i Carpazi, dopo la Primavera di Praga del 1968, fu completata con uno sforzo immenso, costato anche molte vite.
Oggi collega la Transilvania meridionale alla Muntenia settentrionale, attraversando i monti Făgăraș con una serie di tornanti che sembrano disegnati a mano libera tra le rocce e i boschi.

La strada è stagionale, normalmente aperta da giugno a fine ottobre, e affrontarla con un camper mansardato da 7 metri, come il nostro, richiede pazienza, attenzione e un pizzico di coraggio. Ma è un’impresa assolutamente possibile e ricca di soddisfazioni.

Appena iniziamo a salire, il paesaggio si fa maestoso: pareti rocciose, gole profonde, pini d’alta quota e nuvole che scivolano tra le cime. E tra una curva e l’altra, qualcosa che non ci aspettavamo: gli orsi.
Già in pieno giorno, numerosi esemplari stazionano ai bordi strada, abituati ormai alla presenza umana, tanto da avvicinarsi ai veicoli in cerca di cibo. Alcuni automobilisti si fermano persino a offrirglielo, un gesto pericoloso sia per l’uomo che per l’animale.
Con il camper, ci siamo limitati ad osservare in silenzio, rallentando ogni volta che un’ombra spuntava dietro un guardrail. A ogni incontro, un brivido misto a meraviglia ci attraversava: la natura era lì, viva, potente, e chiedeva rispetto.

A rendere l’esperienza ancora più surreale è stato lo strano incontro con il GUMBALKAN 2024, un rally non competitivo e coloratissimo, fatto di auto improbabili e addobbate nei modi più folli: tende da tetto, peluche giganti, ruote sul tetto, gonfiabili a forma di fenicottero.
Sembrava di essere finiti in un film di Wes Anderson. Il nostro camper, in confronto, pareva uscito da una brochure dell’ACI.

Salendo ancora, abbiamo incrociato numerosi greggi di pecore, sorvegliati da pastori e cani da guardia, talvolta radunati tra loro per una maggiore protezione. In queste montagne, infatti, i lupi sono ancora presenti, e con loro il fascino di leggende antiche che si perdono nella nebbia. Camminando tra quelle curve, era difficile non pensare a Vlad l’Impalatore e alle mille storie che la Romania porta con sé: vampiri, spiriti, creature dei boschi. Leggende, forse. Ma in certi silenzi, tutto sembra possibile.

Il punto più iconico del percorso è il Tunnel Capra–Bâlea, che collega le valli glaciali di Capra (a sud) e Bâlea (a nord).
È il tunnel stradale più alto e più lungo della Romania: 887 metri a quota 2.042 m, con 4,4 metri di altezza interna e 6 metri di larghezza. Dentro è buio, umido, con l’eco cupa del motore che rimbomba sulle pareti in calcestruzzo. Imboccarlo con un camper alto e lungo come il nostro ha richiesto un bel respiro profondo, dita incrociate e fari accesi, ma anche questo, nel bene e nel male, è parte dell’avventura.

Tappa gastronomica improvvisata al ristorante Gheretă

Subito dopo il tunnel, in discesa, ci siamo fermati in uno dei posti più autentici del viaggio: uno street food locale, allestito in una baracca di legno con qualche tavolo spartano e pentoloni fumanti sul fuoco vivo.
Abbiamo ordinato due zuppe tipiche: una ciorbă de oaie (zuppa di pecora), intensa, affumicata, con un sapore rustico che sembrava cucito addosso a quelle montagne; e una ciorbă de porc (di maiale), più morbida ma altrettanto ricca.
La particolarità? Quei pentoloni non vengono mai svuotati: si continua ad aggiungere brodo, carne e spezie, giorno dopo giorno, lasciando che il sapore si arricchisca. Chissà quanta storia bolliva lì dentro.
Le abbiamo mangiate in silenzio, affamati, felici, con il sole alle spalle e il profumo del legno che si mescolava all’aria di montagna.

La discesa verso sud è altrettanto spettacolare e impegnativa. Curva dopo curva si scende verso il fondovalle, fino ad arrivare alla Diga di Vidraru, un colosso in cemento che taglia la montagna e regala un panorama bellissimo sul lago artificiale sottostante.
Sulla diga, una statua di Prometeo in metallo guarda l’orizzonte con fierezza, un po’ kitsch ma decisamente scenografica.

Nei pressi della diga abbiamo pernottato in un campeggio tranquillo, semplice ma ben posizionato. Dopo una giornata così densa, era il posto perfetto per rifiatare, fare una doccia calda, e godersi il silenzio.

Chi vuole approfondire il percorso e pianificare soste o escursioni lungo la Transfăgărășan, può consultare il sito ufficiale:
🔗 transfagarasan.travel

E per chi volesse esplorare di più, ecco alcune attrazioni turistiche che si incontrano o si sfiorano lungo la strada:

  • Lago Bâlea, con vista panoramica e punto di partenza per escursioni

  • Cascata Bâlea, una delle più alte della Romania

  • Statua di Prometeo, visibile sopra la diga

  • Fortezza di Poenari, legata a Vlad l’Impalatore

  • Sentieri per escursionisti, rifugi, piccoli mercatini di prodotti locali

INFORMAZIONI UTILI

Camping de Oude WilgLake Camping

Bran: Il Mito di Dracula e la Realtà Turistica

Bran Castle
Bran – Castello

Lasciando le vette selvagge della Transfăgărășan, la nostra rotta ci ha condotti verso Bran, il luogo che, nell’immaginario collettivo, è indissolubilmente legato al Castello di Dracula. Siamo arrivati in serata, sotto un violento acquazzone che ha trasformato la nostra attesa in un’esperienza bagnata. Abbiamo parcheggiato il nostro camper in un comodo spazio asfaltato, a poca distanza dall’ingresso, ma era ormai troppo tardi per entrare, e l’acqua ci ha sinceramente fatto demordere.

L’attesa notturna ci ha dato il tempo di consultare recensioni e approfondire la storia del castello. E la verità è emersa chiara: il Castello di Bran non è affatto il vero castello di Vlad III, l’Impalatore, la figura storica che ha ispirato il personaggio di Dracula. Vlad non vi ha mai vissuto stabilmente, né ha mai avuto con esso un legame significativo come quello che la leggenda popolare vorrebbe. La sua associazione con Dracula è una geniale operazione di marketing, nata per attirare turisti affascinati dal mito.

Il mattino seguente, nonostante la pioggia battente della sera prima, abbiamo deciso di fare un ultimo giro a piedi per confermare le nostre impressioni. E non ci siamo sbagliati: la zona intorno al castello era un tripudio esagerato di negozi di souvenir, con bancarelle che costringevano a un percorso quasi obbligato per raggiungere l’ingresso. Una vera e propria mercificazione di un mito che poco ha a che fare con la storia autentica. L’interno del castello, stando alle recensioni, offriva inoltre poco per una visita realmente coinvolgente, essendo stato largamente riadattato e perdendo gran parte del suo fascino originale.

Abbiamo quindi scelto di non visitarlo, preferendo preservare il ricordo autentico della Romania che avevamo scoperto fino a quel momento. La nostra destinazione successiva, Brașov, ci sembrava decisamente più interessante di una storia forse “finta”, ma sicuramente ben venduta. E così, abbiamo ripreso la strada.

Brașov: il cuore elegante della Transilvania

Brasov
Brasov – veduta dal centro storico

Dopo le montagne selvagge della Transfăgărășan, l’arrivo a Brașov è stato come entrare in una cartolina ordinata, pulita, luminosa. Situata nel cuore della Transilvania, questa città conserva l’anima sassone che le diedero i coloni tedeschi nel Medioevo, con un centro storico armonioso, case colorate dai tetti rossi e una sorprendente atmosfera alpina che la rende unica.

A dominare il profilo urbano, quasi a richiamare lo stile hollywoodiano in un contesto balcanico, c’è la celebre scritta “BRAȘOV” in bianco, incastonata sulla collina di Tampa. Sembra sorvegliare dall’alto la città, come un’insegna imponente ma che si prende poco sul serio, pronta ad accogliere ogni nuovo arrivo.

La nostra sosta a Brașov è stata breve ma intensa. Abbiamo dormito in un parcheggio tranquillo nei pressi di un centro commerciale, poco fuori dal centro, comodo per camper e ben collegato.
La mattina successiva ci siamo spostati a piedi verso il cuore della città, pronti a goderci la passeggiata tra architetture gotiche e vie acciottolate.

Il centro storico è raccolto e curato. In pochi minuti si arriva alla celebre Biserica Neagră, la Chiesa Nera, il più grande edificio gotico della Romania. Imponente, severa e dal fascino quasi austero, annerita da un incendio nel Seicento che le ha dato il nome, custodisce al suo interno una collezione unica di tappeti orientali, testimonianza dei floridi commerci con l’Impero Ottomano, un contrasto sorprendente con l’architettura gotica.

Poco distante, ci siamo arrampicati fino al Bastione dei Tessitori, parte delle antiche fortificazioni della città, da cui si gode una bella vista sulla città vecchia. I bastioni, le torri e i camminamenti raccontano l’epoca in cui Brașov era una città murata, con un sistema difensivo avanzato per i tempi. Anche il Monte Tâmpa è una meta popolare per chi ha più tempo: una funivia porta in cima, dove si apre una vista spettacolare su tutta la vallata. Noi, in questa occasione, ci siamo limitati ad ammirarlo da sotto.

Passeggiando per la Piața Sfatului, la piazza principale, si respira un’aria elegante e vivace: caffè animati, librerie invitanti, edifici rinascimentali che raccontano secoli di storia e lo splendido vecchio municipio al centro. Tutto intorno, le imponenti montagne creano un contrasto netto, quasi pittorico, con l’ordine geometrico della città. È qui che Brașov mostra appieno il suo respiro alpino: un equilibrio perfetto tra natura selvaggia e cultura raffinata, tra pace e vitalità cittadina.

Tra una passeggiata e l’altra, ci siamo divertiti anche a infilarci nella celebre Strada Sforii, una delle vie più strette d’Europa: poco più di un metro di larghezza, una fessura tra le case medievali che un tempo serviva come passaggio per i pompieri. È uno di quei luoghi che si attraversano in pochi secondi, ma che restano impressi nella memoria, perfetti per una foto curiosa e un sorriso.

La nostra visita si è conclusa con un pranzo veloce, niente di tipico in questa occasione, ma con la soddisfazione di aver inserito anche Brașov tra le tappe imprescindibili di questo viaggio.

INFORMAZIONI UTILI

Bran: parcheggio tranquillo per la notteBrasov: parcheggio per la notte

Bucarest: monumentalità e contrasti

Prima di raggiungere Bucarest, però, abbiamo fatto una sosta che merita di essere raccontata: un autentico stacco dalla routine in camper e un’immersione nella gastronomia locale. La scelta è caduta su Taverna Română, lungo la DN1A a Făgetu, uno di quei ristoranti tradizionali che si incontrano lungo le strade secondarie, scelto un po’ per istinto e un po’ per il numero di auto parcheggiate fuori. Ne abbiamo parlato nel dettaglio nel paragrafo precedente, ma ci fa piacere segnalarlo anche qui per chi cerca sapori veri lungo il tragitto verso la capitale.

Bucarest
Bucarest

Arrivati a Bucarest, la prima sfida per noi camperisti è stata trovare una sosta comoda: per la prima notte ci siamo affidati a un parcheggio riservato nei pressi del centro, abbastanza tranquillo da permetterci di godere la città in notturna; per la seconda, ci siamo spostati nel più attrezzato Camping Bucarest Belvedere【BOX: consigli camperisti – Bucarest】.

Come benvenuto, abbiamo trovato una città in festa: lo spettacolo delle fontane di Piața Unirii, con giochi d’acqua e luci sincronizzate alla musica, è stato uno dei momenti più suggestivi dell’intero viaggio. Questo evento, noto come “Simfonia Apei”, si svolge regolarmente nei fine settimana estivi ed è una delle attrazioni serali più sorprendenti della capitale rumena.

Terminato lo spettacolo, ci siamo immersi nella zona di Lipscani, il cuore pulsante della movida serale. I vicoli stretti brulicavano di giovani, musica, tavoli all’aperto e luci soffuse. Abbiamo cercato di cenare presso lo storico Hanul lui Manuc, ma non abbiamo trovato posto. Ci torneremo, magari in un weekend dedicato: il locale merita una visita anche solo per la sua architettura e l’atmosfera d’altri tempi. Alla fine abbiamo ripiegato su un’altra istituzione locale, il Caru’ cu Bere, ristorante simbolo della città, ospitato in un edificio in stile neogotico con interni riccamente decorati. Anche se oggi molto turistico, conserva un fascino scenografico e rappresenta una delle esperienze “storiche” da vivere almeno una volta.

Durante la nostra passeggiata serale ci siamo imbattuti nella Chiesa di Stavropoleos, uno dei più raffinati esempi di architettura brâncovenesc, e in quella che molti definiscono “la libreria più bella del mondo”: la Carturești Carusel, che ci ha stupito da fuori, figurarsi cosa può essere dentro, con le sue gallerie candide e le scale sinuose.

Il giorno seguente, abbiamo esplorato la città a piedi partendo da Piața Unirii. La prima tappa è stata la visita di alcune stazioni della metropolitana, che conservano ancora oggi lo stile sobrio e monumentale delle epoche passate. Per noi era una curiosità troppo forte, e non abbiamo resistito!

Da lì, ci siamo incamminati lungo Calea Victoriei, uno dei viali storici della città. Qui abbiamo attraversato la Piața Revoluției, simbolo della fine del regime, con i suoi edifici ufficiali e monumenti commemorativi. A poca distanza, ci siamo fermati nella Sala Palatului, importante centro culturale, e abbiamo proseguito fino all’elegante Ateneo Rumeno, con la sua piazza alberata e l’architettura neoclassica che richiama atmosfere da capitale mitteleuropea.

Passeggiando tra palazzi eleganti, caffè storici e librerie, è facile capire perché Bucarest fosse soprannominata “la Piccola Parigi dell’Est”. Nonostante le cicatrici del passato, la città conserva una sua raffinatezza autentica, tra viali maestosi e scorci romantici.

Bucarest - Palazzo del Parlamento
Palazzo del Parlamento

Proseguendo, ci siamo poi immersi nella Bucarest più autentica, camminando tra vie meno battute fino a raggiungere il vasto Bulevardul Libertății, che ci ha condotti direttamente al Palatul Parlamentului. Questo mastodontico edificio è uno dei più grandi al mondo, secondo solo al Pentagono per estensione e volume, e fu voluto da Ceaușescu come simbolo del potere assoluto. Per costruirlo, interi quartieri furono demoliti e oltre mille stanze vennero realizzate. Osservarlo da fuori è già un’esperienza: domina lo skyline con la sua imponenza, lasciando una sensazione di stupore e smarrimento.

La discesa verso Piața Unirii ha chiuso il cerchio della nostra visita pedonale. Ma prima di lasciare la città, con il nostro camper ci siamo spostati per osservare altri due luoghi simbolici: il Palatul Presei Libere, l’edificio della stampa, esempio di architettura brutalista tipica del periodo comunista, e l’Arcul de Triumf, chiaro omaggio a quello parigino, ma carico di un simbolismo patriottico che racconta la storia moderna della Romania.

Non abbiamo visitato le celebri Therme di Bucarest: mancanza di tempo, certo, ma anche una scelta consapevole. Quando viaggiamo in camper, ci piace vivere le città per come sono, camminare, osservare, scoprire. Non escludiamo di tornarci — magari con un volo dedicato e senza camper, solo per le terme — ma per noi, la vera ricchezza del viaggio sta nel riempirci gli occhi, non solo nel rilassarci. Bucarest, con i suoi contrasti, la sua vitalità e la sua storia stratificata, ci ha regalato molto più di quanto ci aspettassimo.

INFORMAZIONI UTILI

Bucarest: parcheggio comodo per la notte e per lasciare il camper di giorno

Con le immagini di Bucarest impresse negli occhi e il cuore pieno di ricordi, si conclude la nostra avventura in Romania in camper. Questo paese ci ha accolto con una generosità inaspettata, rivelando una bellezza autentica e una storia che si respira a ogni angolo. Dalle vette imponenti della Transfăgărășan ai viali eleganti della capitale, passando per l’incontro (mancato) con il mito di Bran, ogni chilometro è stato un’emozione, ogni incontro una scoperta.

La Romania è molto più di quanto si possa immaginare: è un invito a esplorare, a lasciarsi sorprendere e a sfidare i preconcetti. E ora, la strada ci chiama verso una nuova destinazione…

E con questo, si chiude il nostro capitolo rumeno! Siamo pronti a varcare un nuovo confine e a raccontarvi la prossima, entusiasmante parte del nostro viaggio. Quali saranno le sorprese che ci riserverà la Bulgaria in camper?

Non mancate le prossime puntate di questo incredibile viaggio! Iscrivetevi alla nostra newsletter per rimanere sempre aggiornati e diteci la vostra: cosa vi ha colpito di più della Romania? Quali domande avete su questo paese? Lasciate un commento qui sotto e facciamo due chiacchiere!

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