Skip to content
Itinerari

Piemonte in camper: le Langhe che non ti aspetti, tra mete famose e tesori nascosti

Piemonte in Camper

Se state pianificando un viaggio in Piemonte in camper, le Langhe sono una delle mete più autentiche da vivere su quattro ruote.

Ci sono viaggi che ti portano lontano, e poi ci sono viaggi che ti riportano a casa. Le Langhe, per me, non sono solo un patrimonio UNESCO fatto di colline, castelli e vigneti: sono parte della mia infanzia. Sono cresciuto passando i fine settimana in campeggio a Bastia di Mondovì, a pochi chilometri dai borghi raccontati nelle guide turistiche, ma ben oltre le loro descrizioni.

Durante il recente ponte del 25 aprile e 1° maggio, ci siamo concessi il lusso di tornare con il nostro camper in queste terre, e come spesso accade quando si ritorna nei luoghi cari, ogni dettaglio assume un significato più profondo. Da Bastia, punto di partenza ideale per un’esplorazione lenta e consapevole, ci siamo lasciati guidare dai profumi, dai colori e dai ricordi.

Abbiamo visitato Vicoforte, con la sua cupola grandiosa che ancora oggi riesce a stupire; Mondovì, con la sua funicolare e i suoi scorci sospesi tra cielo e colline; Carrù, dove il profumo della tradizione si respira in ogni ristorante; Alba, cuore pulsante delle Langhe, viva in ogni stagione e mai banale; e Barolo, dove il vino diventa racconto, emozione e paesaggio.

Ci sono però due luoghi, in particolare, che ci sentiamo di consigliare con convinzione: non li troverete facilmente nelle guide più battute, ma sanno regalare prospettive inaspettate e autentiche.

Sacrario di San BernardoIl primo è il Sacrario di San Bernardo a Bastia: un luogo poco noto al turismo di massa, ma profondamente evocativo. Situato su una collina panoramica, il sacrario racconta con semplicità e forza le storie di chi ha combattuto per la libertà. Un invito al silenzio e alla gratitudine, immersi in una vista mozzafiato. Nelle giornate di cielo terso, vi sarà possibile osservare chiaramente tutto l’arco alpino.

Big Bench Community ProjectIl secondo è legato al Big Bench Community Project. Le Big Bench non sono solo panchine giganti, ma inviti a cambiare prospettiva, a rallentare. E in camper, con i ritmi lenti del viaggio su ruote, questo messaggio risuona ancora più forte.godere di una delle più belle viste sui vigneti circostanti.

I luoghi delle Langhe che lasciano il segno

Le Langhe non sono solo un paesaggio da cartolina: sono una costellazione di borghi che sembrano sospesi nel tempo, ognuno con la sua anima. Tra le mete imperdibili per chi viaggia in camper c’è sicuramente La Morra, balcone naturale sulle colline del Barolo, con una terrazza panoramica che regala uno degli scorci più fotografati del Piemonte.

Il viaggio può proseguire a Grinzane Cavour, dove il castello che porta il nome del celebre statista ospita l’Enoteca Regionale Piemontese e un museo del vino ben curato, perfetto per chi vuole unire storia e cultura enogastronomica.

Altro gioiello da non perdere è Neive, inserito tra i borghi più belli d’Italia, dove il tempo sembra essersi fermato. Qui, le strade lastricate conducono a piccole cantine e bistrot che profumano di Langa vera, lontana dal turismo frettoloso.

A pochi chilometri, Treiso e Barbaresco completano il quadro del vino con eleganza: colline ordinate, vigne che si susseguono come pennellate su una tela verde, e vini che parlano al cuore prima ancora che al palato.

Chi cerca natura e quiete troverà rifugio nelle zone meno battute tra Sinio, Roddino, Serralunga d’Alba e Castiglione Falletto: qui le strade diventano più strette, i ritmi più lenti, ma il contatto con il territorio si fa totale.

Per chi viaggia con bambini o semplicemente ama lo stupore, alcune tappe del Big Bench Community Project si inseriscono come parentesi giocose e sorprendenti: sedersi su una panchina gigante, con i piedi che non toccano a terra, è un modo nuovo di guardare l’infinito ed una scusa per visitare nuovi luoghi.

E proprio da qui vogliamo partire: da un piccolo borgo dove tutto è cominciato. Clavesana non è solo una delle tappe del progetto, è il luogo che ne ha ispirato la visione. Un paese che unisce paesaggio, lentezza e vino sincero, perfetto per scoprire lo spirito più autentico delle Langhe.

Clavesana, tra panchine giganti e vino che sa di casa

Clavesana territorioClavesana non è solo un nome sulle bottiglie: è un piccolo borgo che, una volta visitato, ti resta dentro. Si trova a due passi dal Camping “La Cascina”, il che lo rende una delle nostre tappe preferite per una passeggiata senza fretta tra paesaggi e storie fuori dai circuiti affollati.

Qui, nel cuore di queste colline, è nato il Big Bench Community Project, e ancora oggi si può visitare la Panchina n. 1, la prima installazione ideata da Chris Bangle, designer visionario che proprio a Clavesana ha scelto di vivere e lavorare. Abbiamo avuto la fortuna di visitare la sua casa e di vedere da vicino come l’arte possa dialogare con il territorio: le sue panchine non sono solo attrazioni, ma strumenti per guardare con occhi nuovi un paesaggio che sembra sempre lo stesso, ma cambia in continuazione.

Oltre all’arte, Clavesana parla anche di vino. E non di uno qualunque, ma del Dogliani DOCG, vino rosso intenso prodotto da uve Dolcetto in purezza. Un vino che conosciamo fin da piccoli: sulle tavole piemontesi non era raro trovare il classico “pintone” di Dolcetto, un rosso quotidiano, sincero, che accompagnava pranzi e ricordi. Oggi il Dogliani ha fatto molta strada, guadagnandosi un posto d’onore tra le denominazioni di qualità, mantenendo però quel carattere schietto e conviviale che lo rende unico.

Passeggiare tra le vigne di Clavesana o entrare in una delle tante cantine cooperative del paese è un invito a lasciarsi raccontare storie vere, fatte di fatica, generazioni, e passione per il territorio. Qui il vino non è vezzo, ma lavoro, identità, e orgoglio.

Clavesana è così: discreta, panoramica, piena di energia silenziosa. E con quella panchina rossa affacciata sulle colline, ti ricorda che a volte basta sedersi un po’ più in alto per ritrovare la meraviglia.

Dopo Clavesana, è questione di pochi chilometri — in camper o, per i più sportivi, in bicicletta — per arrivare a Carrù, dove la cultura contadina prende forma nei profumi della cucina e nelle celebrazioni di un passato ancora vivo.

Carrù: la porta delle Langhe. Il bue grasso e il sapore della tradizione

Carrù ha il profumo delle cose autentiche, quelle che raccontano la storia di una terra contadina, fiera, concreta. Il nome del paese — forse di origine celtica, forse romana — compare già in documenti dell’anno Mille, ma è nel Novecento che diventa simbolo gastronomico grazie al suo legame con il bue grasso: animale nobile, curato con pazienza, e celebrato ogni anno in grande stile.

A dicembre, durante la Fiera del Bue Grasso, la piazza centrale si trasforma in una festa popolare che unisce allevatori, buongustai e curiosi. I capi migliori della razza bovina piemontese, decorati con fiocchi rossi e coccarde, sfilano con orgoglio, mentre nell’aria si diffonde il profumo del bollito misto servito nei ristoranti storici.

Il gran bollito alla piemontese, qui, è più di un piatto: è un rituale che prevede sette tagli principali, sette salse, una cottura lenta e rispettosa. Accompagnato da un buon Dolcetto o Barbera, racconta senza parole la storia e l’identità di questa terra.

Passeggiare per Carrù fuori stagione è un altro modo per scoprirne l’anima. Il castello — oggi sede di una Banca locale  — domina con discrezione. Le strade sono tranquille, a tratti quasi sospese, punteggiate da botteghe storiche, insegne dipinte e una dimensione quotidiana che non cerca di stupire, ma di restare fedele a sé stessa.

E fate tesoro del nostro consiglio: a Carrù troverete alcune delle migliori macellerie dove acquistare carne di Fassona e dove trovare il famoso BUE GRASSO, ideale per una grigliata o un brasato da preparare in camper. Basta chiedere, e qualcuno sarà felice di indicarvi la bottega giusta.

Carrù è una tappa perfetta per chi cerca più essenza che apparenza, e per chi sa riconoscere nei sapori semplici una vera forma di lusso.

Dopo aver assaporato la sostanza autentica di Carrù, ci siamo lasciati sorprendere da un luogo di tutt’altro genere: Vicoforte, con la sua cupola maestosa che svetta tra i boschi, dove la spiritualità incontra la meraviglia architettonica.

Vicoforte, la cupola che ti fa alzare gli occhi (e il cuore)

A Vicoforte ci si arriva spesso quasi per caso, magari seguendo una curva morbida tra i boschi. Poi, all’improvviso, compare lei: la cupola. Imponente, armoniosa, perfettamente ellittica. Il Santuario di Vicoforte, dedicato alla Natività di Maria, è uno di quei luoghi che non ti aspetti: solenne, ma accogliente.

La sua storia nasce nel 1592, quando un cacciatore colpì per errore un pilone votivo con l’immagine della Madonna col Bambino. Da quell’evento nacque una devozione così forte da spingere il duca Carlo Emanuele I di Savoia a commissionare una grande basilica. La cupola ellittica in muratura, completata nel 1733 su progetto del geniale architetto Francesco Gallo, è oggi la più grande al mondo nel suo genere, ha un’altezza di 74 metri, un diametro maggiore di 37,15 metri e un diametro minore di 24,80 metri.

Un capolavoro di barocco piemontese, che domina la valle con la sua eleganza silenziosa.

Entrare nel santuario significa immergersi in una dimensione di luce, affreschi e silenzio che invita alla riflessione. L’interno ospita anche la Cappella di San Bernardo, sobria e intima, spesso silenziosa anche nei momenti di grande afflusso, perfetta per una sosta meditativa.

Se avete tempo, potete partecipare alla visita “Magnificat”, che consente di salire all’interno della cupola per ammirare gli affreschi da vicino e godere di una vista straordinaria sulla valle. Un’esperienza unica, tra arte, ingegneria e spiritualità.

Appena fuori, sotto ai portici della Palazzata, potete concedervi una colazione lenta o un aperitivo con i vini locali: il posto ideale per fermarsi, osservare il via vai di pellegrini e lasciarsi cullare dal ritmo tranquillo del borgo.

E se capitate a settembre, non perdete la Fera ‘dla Madona, una delle fiere più antiche e sentite del Piemonte, un grande evento commerciale storico di secoli: bancarelle, eventi, folclore e tradizione religiosa si fondono in una giornata che racconta l’anima di Vicoforte come poche altre occasioni.

Che si scelga di proseguire da Vicoforte o di tornare a partire dal campeggio di Bastia, Mondovì è sempre a due passi. E quando ci arrivi, ti accoglie con la sua doppia anima: moderna e storica, bassa e alta, quotidiana e sospesa.

Mondovì, tra cielo, tempo e colline

Una delle cose che più apprezziamo del sostare al Camping “La Cascina” è la possibilità di esplorare luoghi diversi ogni giorno senza dover cambiare posto letto. Così, partendo sempre da Bastia, ci siamo diretti a pochi chilometri di distanza, verso Mondovì: una città che ti regala l’emozione di guardare le Langhe da una prospettiva diversa.

Mondovì è una città che vive su due livelli: quello più moderno e quotidiano di Breo, e quello sospeso, elegante e quasi contemplativo di Piazza, la parte alta. A collegarle, una funicolare panoramica che sembra fatta apposta per prepararti alla meraviglia che ti aspetta in cima.

Salendo, si costeggia il Duomo e il palazzo del Vescovado, fino a raggiungere il punto più alto del “Monte Regale”. È qui che si aprono i giardini del Belvedere e il Parco del Tempo, un luogo che unisce scienza, storia e poesia. La vista è da togliere il fiato: si spazia a 360 gradi, dalla pianura alle Alpi fino alle morbide colline delle Langhe. La leggenda vuole che, osservando questo panorama, Napoleone Bonaparte abbia definito Mondovì “il più bel paese del mondo”.

Nel parco si trovano strumenti antichi per la misurazione del tempo: una meridiana analemmatica, un orologio orizzontale combinato con un equatoriale, e perfino un orologio per le ore italiche e babilonesi. Ma il vero protagonista è la Torre civica del Belvedere, detta anche dei Bressani: alta 30 metri, coronata da merli medievali, fu in origine il campanile della chiesa di Sant’Andrea. Oggi svetta sopra i tetti rossi del borgo, regalando una visuale ancora più straordinaria.

In cima alla torre si notano i caratteristici orologi a lancetta singola, visibili da lontano, che segnano il tempo con calma e precisione, come se invitassero il visitatore a rallentare davvero.

Prima di scendere di nuovo a valle, vale la pena fare un salto al Museo della Ceramica, ospitato nel seicentesco Palazzo dei Bressani. Un percorso elegante e ben curato racconta l’importanza della tradizione ceramica monregalese, che nei secoli ha saputo coniugare arte, artigianato e colore.

Dopo aver esplorato la parte più autentica e meno affollata delle Langhe, è venuto il momento di spingersi verso i grandi nomi, quelli che hanno reso questa terra famosa nel mondo. Per noi, il punto perfetto da cui cominciare è La Morra: autentico balcone panoramico sulle colline del Barolo.

La Morra: il balcone delle Langhe

Se le Langhe fossero un teatro, La Morra sarebbe senza dubbio la balconata migliore. Non a caso viene definita da molti “il balcone delle Langhe”, grazie alla sua posizione dominante tra le colline del Barolo, che offre uno degli affacci più spettacolari dell’intero Piemonte: da Piazza Castello, lo sguardo abbraccia un mare ordinato di vigneti che mutano colore a seconda delle stagioni, punteggiati da cascine, torri e profili di borghi lontani.

Fondata in epoca medievale, La Morra ha mantenuto nel tempo il suo ruolo centrale nel panorama vinicolo langarolo. Oggi è considerata una delle capitali del Barolo DOCG, con numerose cantine storiche che custodiscono generazioni di tradizione e saperi.

Le sue stradine acciottolate sono piene di vita: botteghe, vinerie, piccoli ristoranti, artigiani. Se arrivi in camper, ti consigliamo di parcheggiare appena fuori dal centro e proseguire a piedi: ogni angolo merita una sosta. E se capiti nel periodo giusto, potresti imbatterti in una delle sagre del vino o degli eventi enogastronomici che animano il paese, specie in estate e in autunno.

Tra le attrazioni più amate, c’è anche una delle Big Bench colorate del progetto di Chris Bangle, affacciata proprio sui filari. Sedersi lì, con i piedi che non toccano terra, è un modo divertente per ritrovare stupore e silenzio.

La Morra è la sintesi perfetta delle Langhe: bellezza, vino, accoglienza. E un senso di pace difficile da spiegare, ma facilissimo da riconoscere quando ci sei.

Pochi chilometri separano La Morra da un’altra icona assoluta del territorio: Barolo. Qui il vino non è solo un prodotto, ma si trasforma in racconto, emozione e identità.

Barolo: un sorso di storia, un calice di emozioni

Bicchieri a BaroloBarolo è uno di quei nomi che evocano subito eccellenza e prestigio. Ma arrivarci di persona è tutta un’altra storia: scopri che dietro a quel nome celebre c’è un borgo vero, raccolto e autentico, incastonato tra colline geometriche di vigne che sembrano stese a mano.

A dominare il paese è l’imponente Castello Falletti, che oggi ospita il WiMu – Museo del Vino: un percorso emozionale e multimediale che racconta il vino non solo come prodotto, ma come parte integrante della cultura, della storia e del paesaggio. È un museo diverso dal solito: suggestivo, immersivo, perfettamente a misura di chi ama viaggiare con tutti i sensi.

Passeggiando tra le vie lastricate, si respira un’atmosfera rilassata e accogliente. Piccole enoteche, locali raccolti, insegne in ferro battuto: ogni angolo è un invito a fermarsi, ad ascoltare chi produce e racconta, a degustare. Il Barolo DOCG, prodotto da uve Nebbiolo e invecchiato per almeno tre anni (di cui uno in botte), è qui più di un vino: è una dichiarazione di appartenenza.

Oltre al WiMu, vale la pena visitare anche il Museo del Cavatappi, una piccola chicca che sorprende per originalità, o salire fino ai punti panoramici che abbracciano le vigne circostanti — soprattutto all’alba o al tramonto, quando la luce rende tutto più intenso.

Barolo non è solo una meta per intenditori: è un luogo che trasforma il vino in emozione. Negli ultimi anni forse è diventato un po’ troppo turistico, con un numero crescente di negozi di souvenir ed enoteche tutte simili tra loro, ma resta comunque un’esperienza da fare. Perché quando il paesaggio ti parla così, e la storia è ancora viva, qualcosa di autentico riesce comunque a farsi spazio.

Proseguendo lungo le colline, abbiamo raggiunto Grinzane Cavour, dove la storia nazionale si intreccia con quella del vino, e il castello domina il paesaggio come un faro di cultura e memoria.

Grinzane Cavour: storia, vino e la lungimiranza di un Conte

Grinzane Cavour è molto più di un borgo: è una sintesi perfetta tra la storia d’Italia e quella del vino. Il suo castello medievale, costruito nel XIII secolo e perfettamente conservato, domina le colline della Langa con eleganza solida e sobria. Ma non è solo la bellezza architettonica a colpire: qui visse e lavorò Camillo Benso, conte di Cavour, non solo padre dell’unità d’Italia, ma anche appassionato agronomo e innovatore in campo agricolo.

Nel castello, visitabile in ogni periodo dell’anno, si possono ancora vedere le stanze dove Cavour risiedeva e progettava il futuro dell’Italia… e del vino, dimostrando una precoce lungimiranza nel comprendere il potenziale enologico di queste colline. Il castello non a caso è anche la sede dell’Enoteca Regionale Piemontese Cavour, uno scrigno di eccellenze che raccoglie le migliori etichette del territorio, e del Museo del Vino, che racconta in modo immersivo il profondo legame tra cultura, paesaggio e vite.

Ogni anno, a novembre, le sue sale ospitano la prestigiosa Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, un evento seguito da gourmet e chef da ogni parte del mondo. Ma anche nel resto dell’anno il castello è tutt’altro che immobile: tra degustazioni, eventi culturali e percorsi didattici, è una delle tappe più vive e interessanti per chi ama l’enoturismo consapevole.

E se volete davvero concedervi un’esperienza da ricordare, sappiate che all’interno del castello si trova anche un fantastico ristorante, dove il panorama UNESCO delle colline vitate si accompagna a piatti che celebrano la tradizione con uno sguardo visionario ed una carta dei vini da sogno.

Grinzane Cavour è un luogo che riassume tutto ciò che le Langhe sanno offrire: identità, bellezza e sapori autentici, nel segno della memoria e dell’innovazione.

E alla fine di questo viaggio tra borghi e vigneti, non poteva mancare lei: Alba. Elegante, viva, profumata di tartufo e di tempo che scorre lentamente: la capitale delle Langhe!

Alba: profumo di tartufo e ritmo lento

Alba ha un’aria elegante ma mai altezzosa. È una cittadina che si prende il suo tempo, e lo trasmette anche a te. Se arrivi in autunno, ti accoglie con l’inconfondibile profumo del tartufo bianco, che si insinua tra le vie del centro storico e ti accompagna ovunque. È la stagione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco, e tutto vibra di festa: mercatini, showcooking, cene speciali e visitatori che arrivano da tutta Europa.

Ma Alba merita il viaggio in ogni stagione. Fondata dai Romani come Alba Pompeia, ha mantenuto nel tempo il suo fascino e la sua centralità: le sue torri medievali, che un tempo superavano la trentina, ancora oggi disegnano il profilo della città come sentinelle di pietra.

Il centro è un intreccio di vicoli, piazze e portici animati, dove è bello perdersi senza fretta. Ogni angolo è una scoperta: un forno che sforna grissini caldi, una vineria con pochi tavoli ma grandi bottiglie, una bottega con nocciole tostate appena raccolte, e naturalmente tanti ristoranti dove assaggiare il meglio della cucina langarola.

Oltre all’Arneis, da queste colline provengono anche vini come il Nebbiolo d’Alba, il Barbera e persino spumanti Metodo Classico. Se amate l’enogastronomia, qui troverete un’elegante combinazione di tradizione e innovazione.

Noi ci siamo seduti in piazza Risorgimento con un calice di vino in mano, mentre il sole calava dietro i tetti rossi. È uno di quei momenti semplici che si fissano nella memoria, come il profumo del caffè la mattina presto, o quello del tartufo che ti sorprende dietro una vetrina.

E se capitate in altri periodi dell’anno, non preoccupatevi: Alba ospita eventi culturali, musicali e teatrali durante tutto l’anno, confermandosi una delle città più vive e interessanti di tutto il Piemonte.

E tra una passeggiata sotto i portici e una sosta in enoteca, abbiamo capito una cosa: nelle Langhe, la bellezza si assapora con tutti i sensi.

Perché qui, ogni luogo è anche un invito a sedersi a tavola e scoprire una cucina che racconta la terra, la stagione e le mani che l’hanno lavorata.

Sapori delle Langhe: un viaggio nei piatti che raccontano la terra

Le Langhe non si visitano solo con gli occhi, ma anche con il palato. Ogni tappa, ogni sosta, ogni trattoria è un invito ad assaporare una cultura gastronomica radicata, schietta, profondamente legata alla stagionalità e alla qualità delle materie prime.

Il re indiscusso è il tartufo bianco d’Alba, protagonista assoluto dell’autunno. Bastano poche scaglie su un piatto di tajarin al burro o su un semplice uovo all’occhio di bue per trasformare un pranzo in un momento indimenticabile. Nei mesi più freschi, fiere, mercati e menu dedicati ruotano attorno a questo ingrediente raro e profumatissimo.

Ma le Langhe sono anche carne di qualità: la Fassona piemontese, allevata in modo tradizionale, è tenera, magra e saporita. La trovate nei bolliti misti, nei brasati al vino rosso, nelle tartare battute al coltello e persino negli hamburger gourmet dei ristoranti più moderni.

Il bollito misto alla piemontese, con le sue sette salse tradizionali (tra cui il bagnet verd, il bagnet ross e la mostarda), è un rito conviviale da provare almeno una volta. Così come i tajarin (tagliolini fini all’uovo), spesso conditi con sughi di carne o burro e salvia, oppure con il tartufo quando è stagione.

Tra i secondi, spicca il brasato al Barolo, un piatto che richiede tempo, pazienza e vino buono. E per chi ama gli antipasti, le acciughe al verde, il vitello tonnato, i peperoni con la bagna cauda e la carne cruda rappresentano il biglietto da visita perfetto della tradizione langarola.

Per chi viaggia in Piemonte in camper nelle Langhe, una spesa nei mercati rionali o nelle botteghe dei borghi è l’occasione ideale per portare a bordo un po’ di Langhe: salami artigianali, tomini stagionati, robiola di Roccaverano, tume d’alpeggio, miele di castagno, e soprattutto la Nocciola Tonda Gentile delle Langhe, una delle eccellenze assolute del territorio, tutelata dal marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) per qualità, dolcezza e versatilità in cucina.

E non dimentichiamo i dessert: il bonet, con cacao, amaretti e caramello; la torta di nocciole; e i baci di dama, piccoli ma perfetti, da accompagnare con un caffè o un bicchiere di moscato.

Mangiare nelle Langhe è un atto di appartenenza. È sedersi a tavola per ascoltare un racconto fatto di stagioni, colline, mani sapienti e sapori sinceri.

Dopo aver saziato i sensi con i sapori autentici di queste terre, non resta che trovare il luogo giusto dove fermarsi, digerire lentamente le emozioni e prepararsi alla prossima tappa del viaggio.

Dove sostare in camper: quiete, panorami e semplicità

Camping La CascinaPer chi viaggia in camper, il Camping “La Cascina” di Bastia di Mondovì rappresenta secondo noi la base perfetta per esplorare le Langhe: comodo, immerso nella natura e strategicamente posizionato. Tutti i luoghi citati nel nostro itinerario si trovano a meno di 30 minuti di strada, il che consente di fare tappa fissa senza dover ripartire ogni giorno, godendosi appieno i dintorni con lentezza.

Viaggiare in camper nelle Langhe è un piacere che si gusta lentamente, proprio come un buon vino. Ma trovare la sosta giusta può fare la differenza tra una notte qualunque e un risveglio con vista sulle colline.

In questa sezione vi segnaliamo alcune aree di sosta che conosciamo direttamente: silenziose, comode, immerse nel verde o vicine ai borghi più belli. Alcune sono semplici spiazzi panoramici con carico e scarico, altre veri e propri punti attrezzati con tutto il necessario per una tappa in totale relax.

Se amate la tranquillità e volete esplorare i dintorni senza fretta, molte di queste aree si trovano a pochi minuti da cantine, sentieri, mercati e trattorie tipiche. Ideali per chi, come noi, preferisce viaggiare con il ritmo giusto e lasciarsi sorprendere da quello che non era in programma.

Consigli pratici per camperisti

  • Bastia di Mondovì è una base tranquilla, immersa nella natura e vicina a tutto: ideale per chi cerca un’esperienza autentica senza rinunciare al relax.

  • Nelle Langhe si trovano aree di sosta attrezzate anche nei borghi più piccoli, ma in alta stagione conviene arrivare presto o prenotare.

  • Le strade sono panoramiche ma a volte strette: attenzione se viaggiate con mezzi lunghi o mansardati.

  • Portate con voi biciclette o scooter: vi permetteranno di esplorare senza stressare il camper. Ci sono begli itinerari ovunque nelle Langhe.

  • Il periodo più affascinante per visitare le Langhe è quello della vendemmia, quando le vigne sono cariche e le colline vibrano di vita. Ma ogni stagione, in base alle proprie preferenze, regala scorci magnifici e non delude mai le aspettative.

Aree Camper

Tra le tante soste disponibili nelle Langhe, segnaliamo due aree camper che conosciamo direttamente. La nostra preferita è quella di Novello, tranquilla, panoramica e con allaccio elettrico: una vera chicca per chi cerca bellezza e comodità. In alternativa, anche l’area di Grinzane Cavour rappresenta una valida opzione, immersa nel verde e a due passi dal celebre castello.

Nella stessa area di Novello si trova anche una delle panchine giganti del Big Bench Community Project: un’occasione perfetta per fare una passeggiata, cambiare prospettiva e, se avete bambini, regalarvi una tappa divertente e memorabile.

AREA CAMPER – Novello

AREA CAMPER NOVELLO AREA CAMPER NOVELLO

Coordinate GPS:

44.5910, 7.9280 (lat, lng)
N 44°35’27.6972” E 7°55’40.9692”

Indirizzo

Piazza Monviso
12060 Novello,

 

AREA CAMPER – Grinzane Cavour

Area Camper Grinzane Cavour

Coordinate GPS:

44.6554, 7.9894 (lat, long)
N 44°39’19.4364” E 7°59’21.696”

Indirizzo

15 Via Bricco
12060 Grinzane Cavour

 

Un viaggio che inizia proprio quando finisce

Visitare le Langhe in camper è un’esperienza che va ben oltre un semplice itinerario turistico. Un’immersione nei sapori autentici e nella bellezza che si svela a chi sceglie la lentezza.

Un viaggio speciale tra ricordi e nuove prospettive che ci ha ricordato come la vera scoperta inizi proprio quando si pensa di essere tornati a casa.

🟡 Vuoi ricevere altri itinerari autentici come questo, ispirati da esperienze vere vissute on the road?
Iscriviti al blog di Carruca Dormitoria: ti avviseremo ogni volta che pubblichiamo nuovi contenuti, racconti di viaggio, aree sosta da sogno e consigli per camperisti, viaggiatori lenti e spiriti liberi.

Non ti sommergeremo di email, solo ispirazione.

👉 Se questo articolo ti è piaciuto, lasciaci un commento qui sotto: raccontaci la tua esperienza nelle Langhe, segnala una sosta che hai amato, o semplicemente salutaci.
👉 E se conosci qualcuno che sogna di partire, condividi questo articolo: magari sarà la scintilla giusta.

Il viaggio continua, e noi siamo già pronti a raccontartelo. Ti unisci a bordo?

4.7 3 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Condividi
Torna su
Privacy Policy Cookie Policy
0
Cosa ne pensi? Lascia un commento!x